Immaginare il futuro è una sorta di nostalgia.
Passi tutta la tua vita bloccato nel labirinto, pensando a come sfuggire un giorno, e come sarà impressionante, e immaginando che il futuro ti faccia andare avanti, ma non lo fai mai.
Basta usare il futuro per sfuggire il presente.
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Haruki Murakami
Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno.
Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore.
E in molti casi è un’esperienza pericolosa.
Dal libro di storia contemporanea
”Solo quando un altro è per me come se fossi io stesso, esiste quella intimità capace di rendere comune ciò che in fondo ciascuno attua in solitudine.”
Lo spleen di Parigi
« Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno: “È ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare. »
– Charles Baudelaire
Essere, o non essere
Essere, o non essere
questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine.
Morire, dormire: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine alle doglie del cuore e ai mille mali che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione che dovremmo augurarci a mani giunte.
Morir, dormire, e poi sognare, forse.
Amleto, atto III, scena I
William Shakespeare
Di fatto.
Non c’è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca.
Leggete leggete leggete!
Libri che mi sono piaciuti e che consiglio
I fiori del male – Charles Baudelaire
Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupéry
Ho Freddo – Gianfranco Manfredi
L’Alchimista – Paulo Coelho
Memorie di una Geisha – Arthur Golden
Diario – Anna Frank
Quando Hitler rubò il coniglio rosa – Judith Kerr
Se questo è un uomo – Primo Levi
Iliade – Omero
Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien
Harry Potter – J.K. Rowling
L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Remarque
Coelho II
Gli uomini sono artefici del proprio destino: possono commettere sempre gli stessi errori, possono fuggire costantemente da ciò che desiderano, e che magari la vita gli offre in modo generoso; oppure possono abbandonarsi al destino e lottare per i propri sogni accettando il fatto che si presentano sempre nel momento giusto.
Il mago di Oz
I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili.
Che tu sia per me il coltello
Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice.
Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me.
Non smettere.
Non smettere mai.
– David Grossman