UNIVERSITÀ, CRISI TRAVOLGE I LAUREATI SEMPRE PIÙ DISOCCUPATI

 

Nel 2010 il tasso dei senza lavoro sale al 19% rispetto al 16% dell’anno precedente. E’ quanto rileva, via web, il XIV rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani.

Università, crisi travolge i laureati sempre più disoccupati 

ROMA –  Sono pochi, sottoutilizzati e scarsamente retribuiti. Tanto che anche a molti anni dal conseguimento del titolo devono fare affidamento sulle tasche dei genitori. Sono i laureati italiani secondo il xiv rapporto sulla loro condizione lavorativa prodotto dal consorzio di universita’ almalaurea e presentato oggi a Roma. In Italia solo il 20% dei 25-34enni ha un titolo di studio universitario contro il 37% medio dei paesi ocse (26% in Germania, 41% negli Usa, 43% in Francia). Ma invece di essere inseguiti dal mercato del lavoro questi giovani restano spesso a casa. Tanto che aumenta la quota di disoccupati fra i laureati, anche fra chi ha titoli forti come gli ingegneri o i medici. In particolare, nell’ultimo anno, secondo almalaurea, fra i laureati triennali la percentuale di disoccupati a un anno dal conseguimento titolo e’ salita dal 16 al 19%. Fra i laureati specialistici, quelli con un percorso di studi piu’ lungo, si e’ passati dal 18 al 20%. e non va meglio a chi si laurea in un corso a ciclo unico di piu’ anni (medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza): la disoccupazione a un anno dalla laurea passa dal 16,5 al 19%. La crisi non ha risparmiato chi ha investito su una formazione di lungo periodo. Ma solo in Italia: le tabelle del rapporto mostrano impietose come all’estero sia cresciuta, anche fra il 2009 e il 2010, la quota di occupati nelle posizioni piu’ specializzate. almalaurea ha intervistato circa 400mila laureati. Confermando fra l’altro il crescente divario fra nord e sud.
LAUREA PERDE ANCHE SUL LUNGO PERIODO – Laurea perde terreno anche sul lungo periodo – la crisi ha fatto perdere terreno alla laurea anche sul lungo periodo. Tra i laureati del 2006, che non sono stati toccati dalla famosa riforma del 3+2, a cinque anni dall’ottenimento del titolo il tasso di occupazione (78%) risulta in calo nell’ultima rilevazione di 3 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione e’ in rialzo di circa 2 punti. Dilatando l’arco temporale di osservazione al periodo 2005-2011 la quota di laureati pre-riforma occupati a cinque anni ha subito una contrazione di 8 punti percentuali. La crescita del tasso di disoccupazione e’ invece pari a 6 punti. La stabilita’ dell’occupazione a cinque anni dalla laurea si estende fino a coinvolgere il 70% degli occupati pre-riforma, anche se risulta in calo di circa un punto rispetto all’analoga rilevazione del 2010 (-3 punti rispetto all’indagine 2006). Ma la nota piu’ dolente sono le retribuzioni: il loro valore reale si e’ ridotto, negli ultimi sei anni, del 17% circa (dell’8% solo nell’ultimo anno). Guadagnano meglio e lavorano di piu’ i laureati di area medica, gli ingegneri gli economisti. I laureati in lettere sono in coda. E a dieci anni dalla laurea cosa accade agli stipendi? restano “sostanzialmente stabili”, spiega almalaurea. E la famiglia continua ad essere una ppoggio “fondamentale”. Nord e sud divario senza fine – si acuisce ancora, poi, il divario territoriale nord-sud. L’occupazione dei laureati specialistici del 2007 residenti al nord, ad un anno dalla conclusione degli studi, era superiore di 13,5 punti percentuali rispetto ai colleghi residenti nel mezzogiorno. Fra i laureati del 2010 il divario e’ lievitato a 17 punti percentuali. Contemporaneamente la disoccupazione, che fra i laureati residenti al sud era superiore di 11,7 punti percentuali rispetto ai residenti al nord, ha visto il divario crescere raggiungendo 17,8 punti percentuali. sul terreno delle retribuzioni: per chi lavorava al nord la retribuzione era superiore dell’8,2 per cento (laureati 2008) rispetto a chi lavorava nel sud. Una disparita’ che e’ lievitata fino a raddoppiare fra i laureati del 2010 (16,9%).

Fonte: Tg1 online